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Avv. Luca Feroldi

Per i gravi malati di Alzheimer la retta della RSA è a carico del SSN


Il Tribunale di Monza, con la recente sentenza n. 617/2017, uniformandosi ad un chiaro indirizzo della Corte di Cassazione, ha revocato un decreto ingiuntivo con cui una RSA richiedeva ai parenti di un’anziana paziente ricoverata circa quaranta mila euro a titolo di spese di assistenza.

E difatti la Corte di Cassazione (Cass. n. 4558/2012) ha sancito che “l'attività prestata in favore di soggetto gravemente affetto da morbo di Alzheimer ricoverato in istituto di cura è qualificabile come attività sanitaria, quindi di competenza del Ssn, non essendo possibile determinare le quote di natura sanitaria e detrarle da quelle di natura assistenziale, stante la loro stretta correlazione, con netta prevalenza delle prime sulle seconde, in quanto comunque dirette alla tutela della salute del cittadino”.

Nel caso indagato dai Giudici di Monza la paziente ricoverato pressa la RSA era affetta dal morbo di Alzheimer dal 2003, giunto ad uno stadio molto avanzato negli anni successivi. La paziente "non aveva alcuna autonomia personale", non deambulava né mangiava da sola ed era affetta da piaghe da decubito. L’attività prestata dalla Casa di cura pertanto è stata qualificata “di carattere prevalentemente sanitario” e come tale “a carico del servizio sanitario”.


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