La riforma della responsabilità sanitaria è finalmente legge dello Stato ed attende solo la sua pubblicazione in Gazzetta. Ed infatti la Camera dei Deputati, nella seduta del 28 febbraio u.s., ha approvato in via definitiva, con 255 voti a favore, 113 contrari e 22 astenuti, il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”. Molte delle novità introdotte necessiteranno però dei necessari decreti attuativi.

Ecco una breve elencazione delle novità più interessanti:

• in campo penale la riforma prevede l’introduzione di un’esimente in favore dell’operatore laddove si dia prova di aver rispettato le linee guida ovvero, in assenza, le «buone pratiche clinico-assistenziali» (vedasi il nuovo articolo 590-sexies del Codice penale);

• quanto invece alla responsabilità civile, la riforma prevede un c.d. doppio binario, distinguendo definitivamente tra responsabilità della struttura sanitaria, sempre di tipo contrattuale, e responsabilità dell’operatore sanitario, dipendente o meno, sempre di natura extracontrattuale, salvo quando lo stesso abbia agito assumendo un espresso impegno contrattuale (di risultato). La distinzione è di non poco conto, sia in merito all’onere della prova (che incomberà nel secondo caso esclusivamente sul danneggiato) e sia in tema di prescrizione (decennale nel primo caso, quinquennale nel secondo);

• le novità processuali: l’articolo 8 della legge pone una doppia e alternativa condizione di procedibilità dell’azione in capo alla vittima dell’errore medico. L’esperimento di un ricorso per accertamento tecnico preventivo a fini conciliativi (Atp), ovvero di una procedura di mediazione. Ancora il danneggiato avrà azione diretta nei confronti della compagnia di assicurazione della struttura sanitaria e del medico.